Fra pochi giorni conosceremo i candidati sindaci per le elezioni amministrative del 26 maggio. Per il centrodestra è ormai certa la candidatura di Filippo Giorgetti, questa la nostra previsione. I nomi di Giovanardi e Neri non convincono, due assessori uscenti la cui modestia del loro operato è assai evidente.
Tuttavia in quel campo è ancora tutto fermo per due ragioni: una poco nobile e l’altra molto leggera.
La prima, a cui diamo il titolo di “poco nobile” e il sottotitolo di “inguardabile”, è dovuta dalla corda che il sindaco uscente Ceccarelli sta tirando. Sembra che sia preoccupato, il prossimo “signor nessuno”, che i partiti che l’hanno sostenuto lo dimentichino in fretta. E poiché non può avere assicurazioni concrete né sulle elezioni regionali dell’autunno prossimo, né su incarichi extra, magari dentro qualche banca locale, cerca di strappare il consenso per un posto futuro in giunta. Tiene il gioco bloccato aspettando soluzioni per se stesso. Che pena! Piccoli giochi di potere del gruppo dei soliti noti.
La seconda ragione ha il marchio di essere “molto leggera” ed è forse la fonte che genera la prima. Ovvero, la convinzione di quel cerchio che da dieci anni ci governa (i Ceccarelli, i Maggioli, i Giovanardi, i Medri, i Neri, i Giorgetti) che il centrodestra possa vincere le elezioni amministrative anche nel 2019 senza problemi, magari al primo turno. E quindi stanno contrattando i ruoli nel loro ristretto circolo di interessi e di giochi di figurine: “tu facevi il sindaco, poi potresti fare l’assessore; tu facevi, l’assessore, poi il presidente del consiglio e adesso vuoi fare il sindaco; tu facevi l’assessore all’urbanistica, vorresti fare il sindaco, però potresti fare il vicesindaco e… così via.” C’è molto arroganza, una sicumera che mai si era vista nella breve storia municipale del nostro comune.
Rischiano però di fare i conti senza l’oste. La comunità bellariese-igeana vive un’incertezza forte, avverte la mancanza di una direzione di marcia con il commercio in ginocchio anche nelle zone migliori; la spiaggia nel caos; tutta l’area del porto canale massacrata con strade e arredi inguardabili; un’organizzazione scolastica allo sbando con servizi sempre più carenti; gli uffici comunali ridotti a mera burocrazia col fuggi e fuggi delle risorse umane migliori.
I conti dunque non tornano cari amici della destra bellariese. Una cosa è dare il premio Panzini, altra cosa è saper governare. Sappiamo che vi aggrappate alla speranza che gli slogan della Lega riempiano il calo di consenso nei vostri confronti che si respira ovunque, ma il voto locale è un altro film rispetto a quello per il parlamento di Roma.
Fra poco avremo il quadro completo dei candidati anche delle altre liste che speriamo abbiano il marchio cittadino e non di partito. Siamo fiduciosi, cambiare pagina è un dovere di tutti.