Estate povera e un po’ triste a Bellaria Igea Marina: dal Polo Est 3.0 alla notte Rosina

L’amministrazione comunale, impegnata nella disputa bandi sì, aste no, che blocca i nostri operatori di spiaggia, ha demandato, come da anni ormai, a Verdeblù il compito di organizzare il cartellone eventi e marketing per la stagione estiva , elargendo tra l’altro notevoli risorse economiche (quasi un milione di euro l’anno).

Constatiamo però che la Città, se confrontata con le altre località costiere, non brilla certo per iniziative turistiche che possano in qualche modo uscire dal ritrito cliché di piadina, sangiovese e Romagna Mia.

Il Polo Est, idea nata nei primi anni 2000, voleva essere un luogo dove fitness e buona musica potessero convivere ed attirare un turismo ‘attivo’ e giovane, linfa di molte città della costa. Non vogliamo paragonarci a Rimini o a Riccione, ma basta alzare lo sguardo un po’ più a nord e vedere che Cesenatico o Cervia si sono attrezzate per creare occasioni interessanti e attirare un nuovo pubblico.

Oggi il Polo est 3.0 non solo non attira nessuno ma si è trasformato in un normalissimo stabilimento balneare che per di più ha sottratto quei pochi metri di spiaggia libera a Igea Marina. Sono lontani i tempi del Joe Banana, ancora più remoti quelli dove il Polo est vedeva esibirsi sul palco artisti e cantanti importanti, dove tutti potevano gratuitamente divertirsi e magari tornare a casa e ricordare Bellaria come una città energica, giovane e frizzante.

Tutto finito, morto e sepolto, la banalità ha preso campo!

Vogliamo parlare della Notte Rosa?

Sulla Riviera sarà un tripudio di musica, colori e iniziative: dai Litfiba ai The Giornalisti fino ad arrivare alla Combriccola dei Lillipuziani della nostra Città.

Sembra uno scherzo ed invece è, purtroppo, la dura realtà. La Notte Rosa, nata proprio come evento di sistema e prodotto turistico, non ha come scopo quello di allietare i villeggianti già presenti sul territorio, ma è utile per attirare nuove presenze in un momento della stagione notoriamente più scarico. E invece? Ci si accontenta di quello che passa il convento senza cercare di fare quel passo che un turismo maturo come il nostro ha bisogno di compiere. Quel passo si chiama idee nuove, qualità degli eventi, freschezza e innovazione!

Ma del resto l’allegra combriccola di Ceccarelli si accontenta di clown e burattini, chiassosi carri carnevaleschi fuori tempo, e magari qualche palloncino attaccato qua e là sugli alberi del viale dei Platani tanto per fare atmosfera! Quanta grazia….