A PROPOSITO DI PIANO STRATEGICO

Giovedì 27 maggio alla fornace è stata presentata l’idea del Piano strategico 2040. Bel luogo. Quando l’amministrazione comunale acquistò tutta l’area, eravamo alquanto perplessi sulla sua utilità per il peso che essa avrebbe avuto sulle casse pubbliche senza un progetto convincente di utilizzo. Ma il posto è straordinario, bisogna ricredersi, e dunque il suo recupero – come, ad esempio, per possibili laboratori teatrali – può essere una grande occasione. Tornando alla serata di presentazione, non si può che condividere, in generale, lo sforzo per provare ad immaginare e progettare la Bellaria Igea Marina del futuro. Passo corretto del sindaco, nel metodo. Tuttavia, nel merito ci sono molti dubbi sulla bontà dell’operazione.

La progettazione strategica come metodo di governo per orientare lo sviluppo delle città e delle aree metropolitane nasce negli Stati Uniti negli anni ’80 e si diffonde in Europa soprattutto negli anni ’90. A voler essere precisi dobbiamo ricordare che il Regno Unito ha introdotto lo strumento della pianificazione cosiddetta strategica fin dagli anni Sessanta: sul web è possibile scaricare il Town and Country Planning Act del 1968. Ma siamo negli anni di fine del secolo precedente e partenza del ventunesimo. Anni vicini, ma tempi lontanissimi rispetto ad un mondo globalizzato che accelera sempre di più, con problematiche totalmente nuove, basti pensare agli effetti della pandemia covid19 e ai temi urgenti della difficile sostenibilità ambientale del nostro vivere quotidiano.

Traguardarsi al 2040, perciò, rischia di essere solo un esercizio accademico destinato a sfaldarsi per strada nonostante eventuali ottime idee. In special modo per una cittadina come la nostra: poco più che un quartiere di Rimini. Tuttavia si è voluto partire, probabilmente in buona fede, nel tentativo di alzare il tono di una piccola amministrazione molto schiacciata, quando va bene, sul giornaliero senza un minimo di chiarezza (visione) su dove andare: piano spiaggia docet Ha fatto bene il consigliere Andrea Silvagni ad evidenziare il rischio dei tempi lunghi e nel contempo dichiararsi comunque disponibile al confronto. Vedremo. Siamo scettici, non vorremmo che alla fine tutto si risolvesse in un lungo e velleitario ballo, utile per un po’ di propaganda senza costrutto.

Infine un’ultima perplessità, tanto per rimanere coi piedi per terra. Com’è possibile parlare di innovazione, responsabilità, sostenibilità quando poi si lasciano parcheggiare le auto nel cuore dell’isola dei platani? E ancora: quando sull’arenile, cuore di una città turistica, ognuno fa quello che vuole con esempi bruttissimi come se la spiaggia non fosse un’area pubblica data in concessione temporanea; quando non si ha il coraggio di cambiare radicalmente la mobilità interna per renderla più sostenibile; e continuando, quando si spezzetta la preziosa area portuale a monte della ferrovia con un’invasione di strade e attività varie che annullano la vocazione strategica marina e portuale della stessa.

Quindi, facendo salva la buona volontà del sindaco Giorgetti, cara amministrazione comunale proviamo a governare e scegliere bene da subito. Magari con l’obiettivo centrare entro pochi anni chiari obiettivi strategici che gridano soluzione da tempo. Poi d’accordo, tutti insieme cerchiamo di imboccare la strada giusta verso il 2040.