Se la salute di un paese si dovesse misurare dal suo fervore culturale, allora Bellaria-Igea Marina apparirebbe piuttosto ansimante.
Questa semplice osservazione vuole essere fatta non per la sterile volontà di una banale critica, ma con l’obbiettivo di accendere una discussione costruttiva su un tema così importante per il benessere della collettività.
Una riflessione che è il frutto della nitida percezione dell’assenza di una rete culturale che possa valorizzare le qualità e i motori culturali presenti nel nostro paese.
L’attività culturale è organizzata a compartimenti stagni senza un rapporto armonico tra le varie anime che la compongono come se l’obbiettivo per cui operano non fosse comune.
La Casa Rossa (che potrebbe essere uno dei principali “luoghi culturali” di BIM) viene esclusa dalle location per le serate di “grido”, come sottosale o lirica sotto le stelle, che si sono svolte in altri punti della città, quali Polo est e Piazzale santa Margherita, che come contenitori idonei hanno ben poco. Ciò fa trasparire l’idea di un’assenza di coraggio nel voler portare persone fuori dalla loro zona di passeggio abituale e per questo si decide di avere tutti gli eventi nel centro turistico del paese isolando quel fantastico parco che qualche tempo fa si gremiva di persone per ospitare pagine sull’onda.
Spostando la lente d’ingrandimento sul Bellaria Film Festival, che dovrebbe diventare l’evento estivo attorno al quale ruotano le attività culturali del paese, si può notare come questo non riesca ad esprimere tutte le grandi potenzialità che pur possiede, soprattutto per gli scarsi risultati nel coinvolgere pienamente i diversi ambienti cittadini, diventando un’attività marginale rispetto alla vita stessa della città. Il risultato è che il nostro festival non riesce a ritagliarsi il suo posto nella scena culturale locale e nazionale, come invece accade a eventi realizzati vicino a noi, come il festival dei teatri di Santarcangelo oppure i processi storici di San Mauro i quali riescono abitualmente ad avere risonanza anche su quotidiani nazionali.
Sarebbe piacevole immaginare un evento che possa avere un rapporto simbiotico con il paese creando un’atmosfera unica tra città e festival.
Si spera che queste considerazioni possano essere di stimolo per attivare un nuovo corso di politiche culturali a Bellaria-Igea Marina, che partendo dal ruolo centrale della biblioteca e delle sue articolazioni, sia in grado di abbracciare gli esempi di associazionismo culturale che non mancano certo nel nostro paese come l’Accademia Panziniana, il “kas8” di Igea e la bella esperienza, ormai tramontata purtroppo, dell’associazione “del dire e del fare”.
Andrea Silvagni