di Stefano Balestri
Il tema della green economy ci porta a dover riflettere sulla necessità della sfida ambientale, da ora ai prossimi anni, anche per la nostra Città. E’ ineludibile l’urgenza di investire energie, finanziamenti e progetti per la realizzazione di una città sostenibile. E’ necessario pertanto mettere in campo un progetto per realizzare nella città quella realtà ambientale che dia una qualità di vita migliore ai suoi abitanti. Negli ultimi cinquanta anni vi è stato un continuo aumento delle costruzioni che se da un lato costituiva un bisogno per le persone di avere una casa, di accrescere le possibilità di lavoro e di sviluppo turistico, dall’altro ha diminuito la fruibilità del “suolo naturale”. Se l’espansione urbanistica aveva, dunque, una ragione d’essere, ora bisogna ripensarla. Il territorio va ricondotto, per quanto possibile, ad una “fruibilità naturale” della quale molti sentono l’urgenza. Le amministrazioni di centrosinistra, in oltre un cinquantennio di governo della Città, hanno fatto tanto anche sotto questo aspetto. Una sottovalutazione dell’importanza del verde pubblico anche nella zona mare, che negli anni del dopoguerra il boom edilizio ha compromesso, non può far passare sotto silenzio ciò che di buono si è realizzato. Solo per citare i più significativi ricordiamo il Parco Panzini, il Gelso, il Pavese. Senza trascurare il bel percorso ciclabile lungo il fiume Uso. Certo, qualcuno dirà che non è molto, si poteva fare di più e meglio, ma non ci sembra nemmeno poco.
Ora chiediamoci: che fare per favorire il potenziamento progressivo del verde e portare con ciò un miglioramento della qualità della vita dei cittadini e degli ospiti del nostro Comune?
Una tale domanda non può esimersi dal dare una risposta articolata che tenga conto di una progettualità per gli anni a venire. Un primo passaggio è il mantenimento e l’eventuale ripristino del verde esistente che costituisce un primo passo necessario anche se non sufficiente per “una città verde”. Facciamo un esempio che apparentemente può sembrare banale, ma che rende l’idea. A volte quando una pianta si secca, invece di metterne una nuova si fa una colata di cemento o si lascia la piazzola spoglia. Sono forse aspetti minimali, ma possono rendere l’idea di come non sempre queste semplici operazioni siano realizzate. Allora la piantumazione degli alberi, cespugli, cura delle aiuole, andrà effettuata costantemente attraverso un monitoraggio attento del territorio e con un intervento puntuale nelle zone che presentano maggiori criticità. Questo, comunque, rappresenta forme di interventi necessari ma non esaustivi dell’intera problematica. La progettualità dovrebbe realizzarsi ad ampio respiro per realizzare l’idea di città che dovremmo lasciare ai nostri figli e nipoti.
Occorre individuare aree per realizzare zone verdi nella cintura periferica della Città. In altre realtà urbane del Nord Europa sono state realizzate cinture boschive che hanno apportato indubbi benefici ambientali, come ad esempio il ricambio dell’aria inquinata con aria fresca e umida e facendo da barriera per il rumore e le polveri sottili. Un dato: un solo albero assorbe quasi 10 kg di anidride carbonica all’anno. Una superficie di alberi di 1000 mq produce in un anno circa una tonnellata di ossigeno. Ancora: la quantità di ossigeno elaborato dalle foglie di una pianta adulta, corrisponde al fabbisogno di una persona adulta in un anno. E’ utile sapere che, al contrario, con un auto di media cilindrata consumiamo, bruciando un litro di benzina, l’ossigeno che ci occorre per vivere due anni.
Vi sono altri dati di ordine economico che dicono che piantare alberi conviene. Uno studio canadese del 1997 dice che un albero adulto può dare un utile di 276 dollari all’anno: 76 dollari per l’ossigenazione e la frescura, infatti tre alberi adulti attorno ad un edificio, possono ridurre il costo energetico di aria condizionata dal 10% al 50%; altri 75 dollari per protezione del suolo; 75 dollari per il riparo e il cibo per la fauna; 50 dollari per ridurre l’inquinamento. Pensiamo, in tal senso, a come sarebbe utile sistemare una folta barriera di alberi lungo i bordi della trafficatissima superstrada che attraversa Bellaria Igea Marina. L’area della ex fornace potrebbe essere interessata ad un’intensa piantumazione che darebbe a quel territorio un elevato valore ambientale.
Dal Corriere della Sera del 31 maggio 2017 si apprende che aumentano del 350% i privati che a Milano adottano le aiuole. “ La sperimentazione è partita nel 2015 con 100 accordi siglati che ora sono saliti a 451, con un aumento del 350%”. Dice il Sindaco Giuseppe Sala “ la nostra idea è di aiutare i privati semplificando le procedure”. Altra proposta che si pone anche come domanda agli Amministratori, come viene applicata nel nostro Comune la legge 113 del 29 gennaio 1992 “Obbligo di porre a dimora un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica” ? Una indagine ha rivelato che dei circa 560.000 bambini nati ogni anno in Italia, solo il 19% ha avuto l’albero che gli spettava. Qual è la nostra percentuale e se è così bassa perché non aumentarla?