Riceviamo e pubblichiamo volentieri
Egregio Direttore,
ho apprezzato il progetto di rinascita di Ottopagine che si sforza di esercitare una spinta al dialogo ed alla partecipazione in una città in stanca che appare più in attesa degli eventi piuttosto che partecipe alla contesa politica.
Volevo riferirmi all’intervento di un lettore sulle grandi opere delle passate Amministrazioni, negli anni ’80 e ’90 per segnalare che nell’articolo non si fa cenno al PARCO URBANO di Igea Marina. Se ben ricordo si tratta del risultato di una trattativa privata condotta e gestita dall’allora Sindaco Fabbri con la proprietà. Un’operazione che ha prodotto un risultato eccezionale: più di 300 mila mq., trasformato poi in parco urbano a cura e spese del Comune, realizzazione del Centro Direzionale, con basso indice di edificabilità, con piazza ( la prima piazza di Igea), giardini, parcheggi, area mercato e un grande parcheggio al servizio degli alberghi, gestito con convenzione. Mi pare che l’operazione, in rapporto a quanto acquisito non sia costata molto alla collettività, tenuto conto che contestualmente si sanarono pendenze molto onerose per espropri di aree scolastiche.
Forse pochi ricordano che il risultato dell’accordo fu approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale.
Penso che la politica abbia la memoria corta; questa realizzazione che non trova riscontro nella Provincia, così come le opere elencate nell’articolo di riferimento, ricorrono nelle citazioni dei politici attuali che governano, solo per affermare che in passato si è sbagliato. Così come il Piano Regolatore di allora che viene indicato, a seconda della circostanza, prima come freno all’edificazione, poi, oggi, come causa della eccessiva cementificazione.
L’articolo cui faccio riferimento accenna onestamente al fatto cha alcune delle opere che hanno disegnato il volto di Bellaria Igea Marina fanno capo ad altri enti ( ANAS, Regione), ma ricorda che sono state opere sollecitate, promosse, seguite e partecipate con finanziamenti propri (es. sottopassi) del Comune.
Per finire solo un cenno di assenso al recupero (30 anni fa) dell’arenile a Igea destinato ad uso pubblico e gratuito, dopo l’abbattimento di ruderi e colonie: Pavese, Trento e dell’ex-G.I . In uno di quegli edifici pericolanti un parroco dell’entroterra aveva abusivamente creato una mini chiesa ove celebrava la messa alle 6 del mattino. Circolò per qualche giorno la notizia che: “i comunisti demoliscono le chiese”. Oggi l’arenile è invaso da bar, palchi, pedane, piste da ballo,ecc. Senza parlare del Polo Est, dove pare, leggendo la stampa, debba sorgere una specie di parco giochi con palloni giganti, piscine e altro ancora. In questa area però è tutto bloccato perché il Comune che fa le norme e che controlla i cittadini per il rispetto delle stesse, sembra non abbia guardato bene in casa propria tant’è che vi sono i sigilli di chiusura per diverse irregolarità e inadempienze.