L’altra sera in consiglio comunale il nuovo sindaco si è insediato e ha presentato la nuova giunta. Dedichiamo a Filippo Giorgetti un sincero augurio di buon lavoro nella speranza che faccia dimenticare al più presto il rancoroso e modesto Ceccarelli, il quale, come tutti sanno, ha nel suo palmares il disastro del porto e il fallimento del piano spiaggia. Per non dire altro. Come Ottopagine, piccolo blog online, non faremo mai critiche preconcette, giudicheremo il merito del suo operato, così come speriamo facciano altrettanto i consiglieri di minoranza.
Assolto l’auspicio di buon vento, che non deve mai mancare a un nuovo sindaco e dispiaciuti, come sanno i nostri lettori, dell’esito delle elezioni, abbiamo ora il dovere di segnalare ciò che emerge in maniera macroscopica nella composizione della nuova giunta comunale.
E’ lì sotto gli occhi di tutti: il blocco politico del centrodestra che dal 2009 al 2019 ha governato non c’è più. E’ stato sostituto dalla centralità, anomala, della Lega. Qualcosa di profondo si è spezzato.
Vediamo perché questa proposizione contiene un’esplicita e indiscutibile verità.
Il vecchio centrodestra aveva un baricentro chiaro: il patto fra Forza Italia e l’Unione di Centro con qualche satellite attorno. Ceccarelli ne rappresentava il garante e le associazioni degli albergatori, commercianti, bagnini, con in più la Banca di Credito Cooperativo ne costituivano il blocco sociale principale. C’era in ciò tutta una storia cittadina, basti leggere i componenti della vecchia giunta o il nome dei consiglieri più impegnati. Finito Ceccarelli, diminuito il peso di Forza Italia, ridotto l’apporto dell’Unione di Centro (l’ultima sparuta legione democristiana), abbandonati già da qualche anno dal Nuovo Centro Destra di Marzia Domeniconi, messi in pericolo dalla candidatura civica di Bucci che gli ha portato via importanti consensi nelle sezioni elettorali del centro, quel centrodestra del 2009 e del 2014 non c’è più. C’è una nuova compagine politica che per eleggere Filippo Giorgetti ha dovuto piegarsi in toto al peso elettorale e ai ricatti della Lega.
Con la conseguenza che oggi abbiamo un vicesindaco con delega al turismo nato a Pennabilli, che vive a Rimini, di professione infermiere e segretario provinciale della Lega. A tutti gli effetti uomo forte della giunta supportato da altri due assessori leghisti e da quattro consiglieri dello stesso partito. Insomma, per dirla a chiare lettere, è stato eletto un sindaco sotto scacco della Lega, che è presente in giunta con 3 assessori su 6 membri, compreso il sindaco, e che nei rapporti politici interni della maggioranza può alzare la voce essendo il primo partito.
Questo quadro però, come dicevamo, è anomalo. Vi è una sproporzione fra peso politico e peso reale. La Lega di Salvini alle comunali si ferma al 19,21% (magro risultato rispetto alle europee dove arriva al 36,80%) tuttavia mette tre assessori in giunta di cui uno del tutto sconosciuto, come il vicesindaco, e gli altri due che insieme raccolgono il modestissimo gradimento di 131 preferenze su 1.826 voti di lista.
Sappiamo che c’è stato fino all’ultimo minuto il ricatto di Ceccarelli, passato senza scrupoli da FI alla Lega, che vistosi negare il posto in giunta ha spinto per mettere in grave difficoltà il novello Sindaco. C’è stato, dispiace dirlo, un gioco al ribasso della peggior politica. Non va bene. E alla fine, troppa corda a chi a Bellaria Igea Marina non rappresenta neanche un cittadino su cinque.
C’è un peggioramento politico e culturale di tutta la storia amministrativa di questo nostro giovane comune. Stiamo raschiando il fondo, lo si vede dalla composizione debole e anomala, appunto, della giunta comunale. Speriamo che le cose cambino in fretta, senza dover aspettare i prossimi cinque anni.