Bellino. Ma cosa c’entra col porto?

I lavori sul porto lato Igea sono arrivati ormai in dirittura d’arrivo. Più prendono forma definitiva e più sorgono delle domande che via via assumono il tono dell’arrabbiatura.

Quando sarà inaugurata la fine dell’opera in molti diranno: “che bel lavoro. Belle le aiuole verdi con i fiori, bella la fontana, i gazebo con la panchine per fermarsi a guardare le barche e la pavimentazione elegante. Ottimo, facciamo festa.” E altri ancora, quelli più informati, i corifei della maggioranza: “abbiamo realizzato il primo progetto di Urban Ground, che bravi che siamo”. Concetto che non c’entra nulla, fumo negli occhi, nonostante l’abbiano inserito, da novelli azzeccagarbugli, in una delibera del consiglio comunale, la n.09 del 2015 (chi vuole divertirsi vada a rileggerla).

Insomma, ci aspettiamo applausi a non finire. D’altronde, dopo aver speso oltre 3 milioni di euro, aver venduto i gioielli di famiglia come le azioni Hera che rendevano ogni anno al comune una cospicua entrata, bisogna pure che qualcosa di piacevole per la passeggiata dei turisti ci sia. Almeno questo perdinci!

Tuttavia esplodono le domande. Tutta sta roba di normale arredo urbano cosa c’entra col Porto? Quali benefici veri per la marineria e per il turismo di Bellaria Igea Marina? Quando si dovrà fare un discorso serio che preveda l’ampliamento delle banchine e dello specchio acqueo, la realizzazione della darsena nell’area dell’ex “Chiar di Luna, lo spostamento del circolo nautico, l’utilizzo coerente della colonia Roma, il potenziamento dei moli d’entrata, cosa succederà alle piastrelle nuove, alla fontana lucente, ai gazebo belvedere? E’ probabile che bisognerà ripartire da zero. Chi risponderà a quel punto della spesa sostenuta del tutto incongrua? A chi si rivolgerà la Corte dei Conti?

Le domande sono tante e la rabbia rimane. Però applausi, del futuro chi s’importa. Almeno nel presente siamo riusciti a garantire la passeggiata agli ospiti di qualche albergo della zona. Ma va, quale albergo?