Riportiamo l’intervento di Gabriele Morelli pubblicato il 2 aprile sul suo sito di Facebook
“In una cittadina dove fosse possibile discutere fra Amministratori, Rappresentanze Istituzionali, Sociali ed Economiche, con progetti argomentati e completi delle informazioni utili alle decisioni, un tema come anche quello dell’Outlet ipotizzato nella zona di Igea Marina, potrebbe, addirittura diventare interessante!
Ma, purtroppo così non è! A Bellaria Igea Marina si portano queste proposte in Consigli Comunali pieni fino all’inverosimile di altri argomenti da deliberare, oltreché corredate da scarsissime informazioni utili che ne rendono impossibile qualsiasi discussione. Quindi, il tutto si risolve con prove di forza, dove al massimo, uno o due consiglieri di maggioranza danno atto di un minimo di autonomia di valutazione, ma poi tutto rientra e la sostanza non cambia! Con buona pace dei cittadini e del loro diritto ad essere informati adeguatamente, almeno sulle scelte più significative per l’impatto sociale ed economico che potranno avere sulla città.
Provo a contribuire alla discussione con alcune mie riflessioni! Innanzitutto, l’Outlet che si ipotizza di insediare nella zona di Igea Marina è di vecchia generazione, sia nelle strutture che nelle modalità commerciali e si aggiungerà al lungo “serpente” di centri commerciali che hanno stravolto in questi decenni la struttura commerciale esistente, cambiando abitudini e spostando la logistica del consumo dei cittadini sempre più all’esterno dei centri abitati, impoverendoli notevolmente non solo commercialmente!
Tutte le frasi utilizzate per affermare il contrario e cioè, che sarebbe un Outlet specializzato nelle “grandi firme o di alta gamma”, fanno sorridere e sono buone solo per gli allocchi!
Il danno per quell’area sarebbe notevole, non solo per i mq di nuova urbanizzazione e cementificazione, ma perché si toglie da qualsiasi possibilità di investimenti futuri un’area pregiata, vicina anche a insediamenti artistici e culturali. Insomma, non solo veniamo per ultimi, ma per “due denari” svendiamo un patrimonio potenzialmente importantissimo per la nostra economia, dal turismo alla nuova agricoltura. Lascio perdere, poi, l’evidente ulteriore danno per il commercio locale, già duramente provato.
Fra venti o trent’anni gli attuali Iper saranno contenitori di cemento che richiederanno processi di riqualificazione costosi e non facili da gestire per le Amministrazioni Locali (come le Colonie oggi). Invece, cosa di cui non si tiene minimamente conto, le nuove tecnologie riavvicineranno l’uomo al suo lavoro e quindi anche la qualità dei posti in cui si insedia e vive! Ci sono studi internazionali che affermano come, fra gli elementi guida per la localizzazione delle imprese della moderna economia (digitale), emerga sempre più la soddisfazione dei loro tecnici e manager di alto livello specialistico che chiedono di lavorare in aree ad alta qualità sociale, ambientale e culturale! Lascio a voi pensare al significato di queste evidenze per un futuro turistico-industriale delle nostre zone, come del resto di tutta l’Italia.
Allora, perché non si prova a prendere il “toro per le corna”, tentando di aprire un dialogo con i soggetti propositori dell’Outlet, affinché la loro proposta possa essere ricalibrata all’interno del tessuto urbano, sperimentando a Bellaria Igea Marina, nelle due aree commerciali che ne diedero identità nei decenni scorsi, una nuova modalità di “Centro Commerciale Diffuso”, sulla scia di alcune ‘best practice’ realizzate in alcune città europee!
Si potrebbe offrire la disponibilità di un ‘tavolo di programma’ per costruire un grande centro commerciale urbano (nella città), mettendo in campo valori economici come Amministrazione, attraverso le leve, anche urbanistiche, che sarà possibile muovere e chiamando le forze economiche di tutta la città a partecipare all’investimento!
Mi rendo conto che la “cordata” attuale non ha in animo una “modalità” di intervento così articolata e “costosa”, bensì la solita data dallo scarto fra il basso valore agricolo dei terreni e la loro resa successiva come commerciali, ma l’Amministrazione Comunale può giocare il suo ruolo e proporsi cercando una mediazione utile per la città, poiché l’Outlet, così come proposto, non lo è!!!”
Integrazione:
Gabriele Morelli : Le nostre comunità locali sono di fronte a sfide complesse che ne mettono in gioco il futuro, ma le nostre Amministrazioni sopravvivono con una gestione “contingente”, un intervento qua, un rattoppo la, senza visioni e piani strategici che permettano di incanalare le risorse (sempre minori e più difficili da reperire) in progetti di investimento veramente efficaci! In particolare il problema è grave per le comunità più piccole, che non hanno più la “taglia” sufficiente per poter gestire l’Istituzione con un minimo di equilibrio tra gestione dei servizi ai cittadini e investimenti per il futuro della città! Ad esempio, tutti i conflitti fra Enti Locali di cui leggiamo sui giornali, prima ancora che contrapposizioni di parte, sono la ricerca egoistica di qualche convenienza in più per il proprio Comune! Ma così si consegnano queste nostre realtà alla decadenza in logiche di “periferie” alla continua ricerca delle “briciole” dalle Città più grandi! E’ giunta l’ora di produrre un forte cambiamento di rotta, poiché non c’è ormai più tempo per poter invertire questa tendenza e prima che arrivino le inevitabili decisioni dal Governo Centrale di riduzione obbligatoria del numero dei Comuni, nell’ottica del rientro dal debito pubblico. Avremmo ancora una grande occasione per essere noi, dal basso a promuovere ed indirizzare questo processo se abbandonassimo l’illusione di specificità locali ormai senza più senso e che si difenderebbero meglio se facenti parte di un soggetto Istituzionale in grado di poter disporre di risorse per investimenti nella promozione della qualità del suo territorio e delle sue identità! Serve una mobilitazione dei cittadini che richiami la politica, le Amministrazioni Locali, a promuovere velocemente tavoli programmatici per definire nuovi confini istituzionali, nuove realtà organizzative per garantire la partecipazione ed il coinvolgimento di tutte le aree territoriali che si accorperanno. Le realizzazioni delle Unioni dei Comuni già realizzate in qualche realtà sono esemplari, ma assolutamente insufficienti, sia come dimensione che come tempistica di realizzazione! Il tempo sta scadendo, il rischio che se aspettiamo ancora, qualche Sindaco e qualche Assessore potrà continuare a farlo ancora per qualche anno, ma poi sarà qualcun altro che deciderà per le nostre realtà territoriali e non è detto che ci piaccia!!