di Massimo Gramellini [da il Corriere della Sera del 27 settembre]
E’ talmente efficace e simpatico “il caffè” di Gramellini sul Corriere di oggi che non abbiamo resistito dal riproporlo su Ottopagine
“Le bozze del decreto sul ponte di Genova hanno suscitato una ingiustificata ironia tra i maniaci della finanza per la mancata indicazione delle voci di spesa, sostituite dai puntini di sospensione. Ma figuriamoci se un testo scritto da personalità del calibro di Toninelli avrebbe potuto sottovalutare un aspetto così importante. È ovvio che dietro la scelta innovativa esiste un pensiero meditato. Prendiamo l’articolo 1 comma 2: «Gli oneri connessi al funzionamento della struttura sono quantificati in euro ….» Fino a qui i puntini sono quattro. Ma già nella pagina successiva si può leggere che «agli oneri di cui al presente comma si provvede entro il limite di spesa di ………..». La dicitura «euro» è scomparsa e l’inflazione di puntini è salita da quattro a undici, con l’evidente obiettivo di stimolare la domanda interna. È il famoso piano P: uscire dall’euro per entrare nel magico mondo dei puntini.
Nell’economia dei puntini (Puntinomics) ogni sogno diventa possibile, dal puntino di cittadinanza ai puntini di Pil. Anche riguardo agli oneri per la Capitaneria di Porto «si provvede mediante …….». Sette puntini; ma sì, abbondiamo, facciamo vedere ai burocrati del Tesoro che non stiamo certo lì a guardare il puntino. Quanto allo stipendio del commissario straordinario, l’articolo 16 del decreto gli assegna un compenso annuo «non superiore a … .». Tre puntini, uno spazio, un puntino isolato. Perché sia chiaro che la nuova Casta non offre poltrone. Al massimo strapuntini.”