Mense scolastiche e spreco di cibo

di Stefano Balestri

Vi sono dati nazionali preoccupanti che parlano del 50% dei pasti serviti nelle mense scolastiche che finiscono nella spazzatura. Più nel dettaglio l’80% è costituito dagli scarti delle verdure cotte, frittate, pesce in umido; mentre il dato si riduce drasticamente al 10/15 % per i piatti più appetibili per gli alunni cioè pasta al sugo, arrosto, patate al forno. Ci sono numeri impressionanti sullo spreco di cibo che dovrebbero interrogare le coscienze di noi tutti: secondo il Rapporto 2014 sullo spreco domestico, questo sarebbe di 8,1 miliardi, cioè vengono buttati alimenti pari a questo valore, solo in Italia! Ci domandiamo come evitare uno spreco simile nelle mense scolastiche che dai dati di Cittadinanzattiva si quantifica in 360 mila euro al giorno? Un’esperienza virtuosa viene da Sarsina e riportata dal Resto del Carlino del 9 marzo 2017. Seguendo un progetto chiamato “La Bontà che avanza . . .”, i pasti che non vengono consumati sono offerti alle famiglie che si trovano in condizioni di povertà e di disagio economico. Cito dall’articolo “Un progetto che si caratterizza anche come iniziativa a spreco zero e a costo zero, in quanto le spese di produzione, di trasporto e consegna pasti non comportano oneri aggiuntivi, essendo già comprese nelle spese generali di funzionamento della mensa scolastica sarsinate ed incluse nel capitolato d’ appalto. Già al momento dell’ appalto, l’offerta prevedeva un progetto di destinazione delle eccedenze alimentari

Anche a Reggio Emilia, come in altri comuni, la Giunta comunale ha approvato un’iniziativa che permette di recuperare la eccedenze alimentare delle mense scolastiche e offrirle a persone o famiglie in difficoltà. In diverse mense si cerca di ridurre lo spreco fornendo i ragazzi di un sacchetto individuale lavabile per portare a casa il pane, la frutta e altro cibo trasportabile che non è stato consumato. Un altro sistema sarebbe quello di offrire pasti che sollecitino l’appetibilità dei piccoli utenti. Ad esempio le patate al forno sono più gradite di quelle lessate e il pesce gratinato viene consumato più volentieri che con altre preparazioni, la frutta a fine pranzo viene consumata poco perché si è già a stomaco pieno, meglio mangiarla alla mattina o a metà pomeriggio. Altra possibilità di utilizzo del cibo avanzato e non somministrato, è di donarlo alle Onlus. Esiste una legge detta “Del Buon Samaritano” (legge n.155 del 2003) che dà la possibilità di offrire cibo che non è stato sporzionato ad organizzazioni senza fini di lucro per distribuirlo a famiglie in difficoltà.

Nelle mense del nostro Comune esiste questo problema? Si verificano situazioni di spreco ?

E se è sì, quali provvedimenti s’intendono assumere