C’eravamo sbagliati. Quando ancora i lavori sul porto non avevano preso la loro forma definitiva, ci siamo fatti prendere la mano e avevano ipotizzato che comunque, vista la spesa e le banchine rifatte, sarebbe stato probabilmente un lavoro “bellino” anche se nulla c’entrava col porto. Ci siamo sbagliati, il risultato è brutto. E’ brutto nel suo impatto estetico, è brutto perché è un’offesa all’idea di porto marittimo mancando ogni riferimento alla marineria, al mare, alla storia di Bellaria Igea Marina. E’ un arredo urbano messo là. Si poteva fare in qualsiasi posto non avendo un’anima né un’identità. Con le cose buttate là tanto per essere messe e far finta del nuovo, senza un racconto, senza un’idea che leghi anche gli oggetti di arredo, pur poco belli, al contesto territoriale e alle funzioni primarie di un porto e di una comunità di mare. E’ brutto con quegli orrendi manufatti geometrici a forma di capannina aperta che andrebbero bene tra si e no in un belvedere collinare rivolto verso la Costa. Ma qui siamo sul porto, siamo sul mare, siamo dentro una storia di vita comunitaria e turistica che nemmeno si è presa in esame, come invece farebbe ogni capace architetto e ogni amministrazione pubblica avveduta. Da tempo purtroppo Ceccarelli e C. ci hanno abituato al pacchiano e al posticcio, l’unica consolazione è che presto se ne andranno.
