Consigli di lettura: “Signorie di Romagna”

S I G N O R I E   D I   R O M A G N A  di John Larner Soc. Ed. Il Mulino  (o anche su Amazon ed. “Il ponte vecchio”)

Lo storico inglese John Larner, nato a Londra nel 1930, ha studiato ad Oxford e perfezionato gli studi presso l’Accademia Britannica di Roma. Dal 1957 ha insegnato all’Università di Glagow, collaborando a varie riviste e pubblicando studi e libri sulla cultura e società in Italia. Il volume è uscito in Inghilterra nel 1965 con il titolo “The Lords of Romagna”, tradotto e pubblicato in Italia nel 1972, anno dello scomparsa dello stesso scrittore.

Larner ci offre un’ampia panoramica della vita politica, sociale, economica e spirituale della Romagna nei secoli XIII al XIV, analizzando il processo mediante il quale la nobiltà del contado riuscì ad inserirsi nella vita comunale delle città, diventando elemento fondamentale di equilibrio politico. I comuni romagnoli non riuscirono a contrapporre a questa nobiltà fondiaria una borghesia attiva e caddero ben presto preda delle lotte fra fazioni nobiliari che si contendevano il controllo delle città e del contado. Quando il Papato volle ripristinare il suo dominio su queste terre si scontrò con questi “Signori” che svolsero un ruolo di difensori delle città contro l’oppressione fiscale romana.

Fu un percorso importante per la storia della Romagna quello del passaggio dai Comuni, lacerati dalle guerre civili, alle Signorie, definite anche “ Governi personali”. Nel trattare questi eventi lo storico ci mostra uno spaccato della Romagna medioevale, attraverso una descrizione precisa della geografia romagnola , di condizioni ambientali, il racconto di fatti umani, l’illustrazione di dati sulle attività economiche, sulle produzioni agricole, in particolare grano, vino,olio, sale, ritenuto prezioso ed indispensabile per la conservazione dei prodotti alimentari. Il racconto è frutto di un lavoro certosino di ricerca su fonti bibliografiche, archivistiche, testi di natura istituzionale, atti amministrativi, giudiziari,protocolli notarili; lavoro svolto negli anni ’50 quando lo storico studiava all’Accademia Britannica di Roma.

Nel libro sono riportate molte citazioni della Divina Commedia sui “Signori Romagnoli” che Dante conosceva molto bene. Come il Petrarca, che frequentava i Malatesta, ed il Boccaccio. La Romagna lasciò nel poema del sommo poeta fiorentino una traccia inferiore solo a quella della Toscana. I  “Signori” e la nobiltà romagnola rivivono nelle terzine dantesche, assieme ai briganti in agguato sui passi appenninici. Un ambiente umano segnato dalla corruzione, ma non solo quello perché l’Alighieri poi riassume il suo giudizio nel modo seguente: “ La Romagna ha i suoi spiriti celestiali, ma pur anco diabolici.”

Il libro contiene una ricca appendice e numerose schede sull’origine del nome Romagna, sui confini, sul sistema economico, sull’agricoltura (molto fiorente), sul sistema monetario, sulla popolazione, sulla tassazione. Sono riportate le quantità del grano prodotto e si cita in proposito, in occasione di una carestia, la frase del cardinale bolognese Grimoard che ebbe ad esclamare:   “Remedia sunt de Romandiola”. Così come le schede per materia riportano la misurazione delle superfici agricole in “tornature”, equivalente a Rimini a 2947 mq., misura anche oggi utilizzata quando si parla di aree agricole e le condizioni inserite nei contratti di mezzadria, pressoché simili a quelli praticati nelle nostre zone fino a qualche decennio fa.

Ampio spazio è riservato alla storia delle Signorie nelle 6 più importanti città di cui 5 lungo la via Emilia  ( Rimini, Cesena, Forlì, Faenza, Imola ) e Ravenna sul mare. Sono le vicende dei Malatesta, degli Ordelaffi, dei Manfredi, degli Alidosi e dei Da Polenta. I Malatesta furono gli unici, assieme ai Da Polenta, ad essere partecipi sia al governo dei Comuni prima, che alla testa delle Signorie poi e gli ultimi a scomparire nel XVI secolo, stroncati, assieme ai Manfredi di Faenza, dalle campagne di Cesare Borgia nel 1500 e 1501. Era la fine dell’indipendenza delle Signorie regionali.

In sostanza il libro presenta un quadro d’insieme molto articolato, con una interessante ricostruzione di duecento anni di storia romagnola, ricco di vicende politiche, ma anche di aspetti particolari, citazioni, usi e costumi e curiosità che ci mostrano com’era la Romagna fisica, politica e sociale di 800 anni fa. Ma ci mostra anche l’immagine e la reputazione dell’aristocrazia locale, dei “Signori”, descritti  come personaggi dediti spesso a dispute per la successione, a tradimenti, a crimini sanguinosi , ispirati forse – sostiene Larner – più dalle passioni di un’aristocrazia con un senso dell’onore che da interesse personale . Sono anche elencati altri fattori che avrebbero stimolato comportamenti di tale natura, quali la povertà delle piccole Signorie, una vergognosa indigenza e la mancanza di un sistema di eredità naturale. Queste argomentazioni trovano spazio in un breve capitolo – L’onore dei romagnoli – che come sottotitolo riporta una frase del già citato cardinale di Bologna Grimoard: “ Gli uomini di queste parti sono passionatissimi,…date attenzione ad ogni dubbio qui, affinché non vi troviate ingannati”.