PSC bocciato, entriamo dentro le questioni (2)

Continuiamo la nostra disamina dei principali punti contestati e modificati da parte della Provincia della proposta di PSC. La cosa è importante, come abbiamo ricordato negli articoli precedenti, non tanto sotto il profilo tecnico amministrativo, che pur ha la sua rilevanza, ma per i temi che il confronto fra comune e provincia lascia aperti. Questioni che stanno tutte dentro all’idea di futuro che vogliamo, o meno, perseguire nei prossimi anni. L’attenzione deve essere perciò massima.

– Capitolo Norme.

Vi è in molti punti la richiesta della Provincia di esplicitare, soprattutto per le zone di tutela e riqualificazione, in maniera adeguata il richiamo preciso alle norme del PTCP. Nota d’interesse sono le disposizioni normative dell’art.35 del PSC, Zone di riqualificazione della costa e dell’arenile (art. 5.6 PTCP)”, dove la Provincia chiede che sia inserito un “richiamo esplicito alle prescrizioni del comma 3 dell’art. 5.6 del PTCP”. La richiesta non è solo formale. Infatti il comma 3° recita che nelle aree dell’arenile: “sono ammesse trasformazioni urbanistiche ed edilizie finalizzate al riordino tipologico e distributivo delle strutture per la balneazione funzionali all’apparato ricettivo turistico” con la previsione di una serie di incentivi anche edilizi per la loro riqualificazione (purché venga assicurata la rigenerazione ambientale delle aree dismesse). E soprattutto l’articolo aggiunge al punto c) “che gli edifici esistenti possono essere oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione nonché di adeguamento dei requisiti di legge.” Questa è una norma centrale che può (deve) essere utilizzata anche per sciogliere molti dei nodi che quest’estate si sono presentati sui chioschi di spiaggia.

– Capitolo Disposizione relative al sistema insediativo.

Art. 42 del PSC: Dimensionamento delle dotazioni di attrezzature a spazi collettivi. Scrivono gli uffici provinciali: …”si evidenzia che nel calcolo della dotazione-obiettivo per attrezzature e spazi collettivi non è stata considerata la componente di cui al comma 2, lettera c), dell’art. 7.5 citato, corrispondente alla popolazione che entra nel Comune quotidianamente per motivi di studio o lavoro, ovvero che entra saltuariamente per fruire di servizi pubblici e collettivi di rilievo sovracomunale o di poli funzionali ivi presenti. Per tale componente va prevista una quota non inferiore al 30% della quota prevista per la popolazione residente e presente, ai sensi del comma 3, terzo alinea, dell’articolo stesso. Si chiede pertanto di provvedere in merito.” Inoltre negli ambiti per nuovi insediamenti la quantità di dotazioni per ogni ambito non basta prevederla di 80 mq. per ogni 100 mq di SC, ma “in considerazione del rilevante deficit di dotazioni esistente sul territorio comunale, si ritiene opportuno prevederne per ogni ambito una quantità comunque non inferiore a 90 mq ogni 100 mq di SC. Si chiede pertanto di provvedere in merito.”

Altro punto interessante sul quale la Provincia è stata categorica riguarda l’art. 44 “Criteri e dimensionamento del PSC riguardo alle previsioni di sviluppo delle attività produttive secondarie e terziarie specializzate e relative dotazioni” precisando che ai sensi di quanto disposto dall’art. 8.4 del PTCP, “non è ammessa la previsione di nuovi ambiti specializzati per attività produttive di rilievo comunale, mentre l’eventuale ulteriore espansione insediativa degli ambiti esistenti è limitata alla fattispecie prevista dal comma 2, terzo alinea, dell’articolo stesso.”. In definitiva, vengono, da una parte, cancellate le nuove zone artigianali/industriali che il PSC prevedeva soprattutto nell’area nord del comune a confine con San Mauro e, dall’altra, rese possibili nuove espansioni di ambiti produttivi solo per specifiche esigenze di sviluppo o di trasferimento di aziende che, in quanto tali, devono essere oggetto di accordi di programma fra comune e privati.

– Capitolo Norme relative al territorio urbano

Zona prevalentemente turistico alberghiera a mare della ferrovia classificata nel PSC come “AUC.T della città turistica”. Per questa area che ha, in diversi casi, l’indubbio il bisogno di riorganizzarsi e qualificarsi l’amministrazione prevede correttamente la possibilità per “interventi complessi di miglioramento dell’assetto insediativo e di qualificazione dell’ambiente urbano” del trasferimento programmato dei volumi edilizi con trasformazione residenziale o terziaria, e prevede che “nel caso di intervento integrato con lotti vicini il premio di SC (superficie complessiva) è definito dal POC, fino ad un massimo del 50% della SC esistente, anche in relazione alla possibilità di integrazione accorpamento ed eventuale trasferimento di diritti edificatori in altre aree”; infine è previsto l’incremento di dotazione delle strutture alberghiere esistenti, attraverso trasferimento di diritti edificatori alberghieri da altre aree. Questioni importanti sulle quali si cerca di mettere in moto, a nostro avviso con equilibrio e a ragion veduta, anche incentivi edilizi pur di ottenere processi mirati di qualificazione strutturale dell’area. Gli uffici provinciali, purtroppo, ma non poteva che essere così, ripropongono lo schema rigido del PTCP che stabilisce “che l’incremento di volume esistente a seguito di accorpamento non può essere superiore al 20%”. Il tema a nostro giudizio andrebbe ripreso e non fatto cadere, almeno in prospettiva. Insieme ai comuni della Costa – che vivono tutti lo stesso problema di come avviare processi seri di riqualificazione strutturale dell’offerta turistica – chiamando in causa la Regione, vanno richieste su questo versante normativa più flessibili legate alla qualità dei progetti proposti e non alla rigidità spesso “ideologica” della norma.

Continua nella prossima pubblicazione