Non vorremo essere nei panni del sindaco Enzo Ceccarelli in questo periodo. La partita della spiaggia rischia di lasciare un buco nero nella sua esperienza di amministratore. L’azzardo è grande. Sono tre anni ormai che il Comune, con il sindaco in prima fila, si è messo in testa di aprire i bandi sulla spiaggia. Da quando la maggioranza di centrodestra il 30 dicembre 2014 ha approvato in consiglio comunale il Piano dell’Arenile si è marciato spediti per arrivare “in tempi brevi” all’emissione di avvisi (bandi) per “l’assegnazione di concessioni riguardanti le aree pubbliche facenti parte dell’arenile di Bellaria Igea Marina” [delibera n.30 del consiglio comunale del 12 maggio 2015]. In diverse occasioni lo stesso sindaco si è lasciato andare con espressioni del tipo “saremo i primi ad applicare la direttiva europea sul demanio marittimo facendone un esempio nazionale”.
.intento lodevole ma…
Con sincerità dobbiamo ammettere che sulla carta l’intento sarebbe lodevole. Tanto più che esso coinvolge anche l’urgente opera pubblica del prolungamento pedonale del lungomare da piazzale Kennedy alla Cagnona. Purtroppo, invece, a guardare quello che sta succedendo, sembra che il fine, ripetiamo lodevole, non sia supportato da scelte efficaci, oculate. Anzi la matassa si è talmente aggrovigliata che rischia di soffocare coloro che si ritrovano in mezzo, a partire da bagnini e chioschisti.
.affidamento temporaneo: spada sulla testa degli operatori
Infatti, si sono fatte scadere le concessioni del demanio comunale negando il rinnovo, poi nel marzo 2015 si è deliberato un “affidamento temporaneo delle relative concessioni sino al termine della stagione balneare 2015 ovvero sino alla loro definitiva nuova assegnazione e comunque non oltre al 30 settembre 2016.” L’affermazione sino al termine della stagione 2015 e al massimo non oltre settembre 2016 è, a dir poco, impropria, poiché tutti sapevano che era impossibile in pochi mesi definire criteri, contenuti e modalità dei bandi per le nuove concessioni di spiaggia. Tuttavia la cosa è stata scritta e utilizzata come una spada sulla testa degli operatori per forzare la mano, per farli trovare soli, con concessioni scadute, e abusivi per l’inadeguatezza dei vecchi permessi rispetto alle nuove norme paesaggistiche, edilizie demaniali e doganali (sic!). Siamo alla totale irresponsabilità di chi governa. L’estate 2016 con alcuni chioschi chiusi in piena estate grida ancora vergogna.
.inizia il giro delle proroghe
Non è finita, un giorno prima della scadenza ferale del 30 settembre 2016 (dove tutti gli operatori sarebbero stati fuori legge), il 29 settembre (“...guardavo il mondo che girava intorno a me” cantavano gli Equipe 84) il consiglio comunale, convocato d’urgenza, approva una delibera che: prende atto che tutto l’ambaradan del processo di pubblicazione dei bandi, della procedura di selezione degli assegnatari, della progettazione dei nuovi stabilimenti, delle autorizzazioni a costruzione delle relative strutture edilizie in conformità alla Piano dell’Arenile, comporterà tempi certamente non compatibili con l’avvio della prossima stagione balneare 2017, e proroga gli affidamenti temporanei sino al 30 settembre 2017. Con l’aggiunta questa volta, rispetto alla delibera del marzo 2015, “che si possono mantenere sull’arenile le strutture ed attrezzature presenti, qualora legittimate da un punto di vista edilizio, paesaggistico, demaniale e doganale.”
E poiché la metà e forse più degli stabilimenti balneari di Bellaria Igea Marina hanno strutture (cabine, chioschi e varie attrezzature) costruite a metà degli anni ’60, spesso con documentazione ormai inesistente, si rischia di dover buttar giù, come corpi edilizi abusivi, gran parte dei servizi di spiaggia esistenti comprese le vecchie cabine. L’estate 2017 rischia di offrire una cartolina triste, con pezzi di arenile senza servizi.
L’azzardo dunque continua: si insiste nel voler fare i bandi al più presto, ma da quel dicembre 2014, in cui tutto si legava al Piano dell’Arenile, sono trascorsi ormai tre anni e siamo ancora in alto mare rispetto alla possibilità concreta che si possa realizzare quanto auspicato, con l’aggravante di operatori senza certezze e soprattutto con la spiaggia sottosopra.
.c’è qualcosa di più preoccupante
In tutto ciò c’è qualcosa di ancora più preoccupante che viene taciuto, o forse nascosto come fanno i bambini che si buttano alla cieca sperando che gli vada bene. Nei criteri (chiamati linee guida), che la delibera del 29 marzo 2016 indica, vengono correttamente elencati gli impegni dei concessionari, le caratteristiche dei progetti rivolti alla qualificazione dell’arenile, l’obiettivo del mantenimento dell’identità locale, la dichiarata disponibilità per uno stretto rapporto fra pubblico e privato. Bene. Tutto però ancora sul generale, non si affrontano i nodi veri della questione. Come invece si sta cercando di fare nella normativa nazionale.
Per capirci: come valorizzare le attività presenti con il riconoscimento degli investimenti fatti e del valore commerciale maturato, in caso di proposte più vantaggiose per il pubblico? Insomma come si calcola l’equo indennizzo nel caso in cui i vecchi gestori debbano lasciare il campo? Tema di non facile inquadramento e soluzione.
.scommettiamo?
Ripetiamo, l’azzardo del nostro sindaco è alto. Abbiamo l’impressione che non se ne esca facilmente. Mentre in tutti gli altri comuni turistici si è accolta con favore la proroga nazionale fino al 2020 delle concessione del demanio marittimo statale, in attesa della nuova legge, a Bellaria Igea Marina si è rimasti legati come dei salami alla convinzione di voler fare presto, di essere i primi, senza però avere le carte in mano per vincere la sfida. La conseguenza, oggi sotto gli occhi di tutti, è che i mesi passano; l’estate prossima regnerà ancora l’incertezza e, scommettiamo, il 29 settembre 2017 avremo l’ennesimo proroga, mentre l’Equipe 84 continueranno a suonare “..seduto in quel caffè io non pensavo a te, guardavo il mondo che girava intorno a me..”