Premio Panzini o baraccone circense?

Ok, il medico Maurizio Salvi è un belligeano illustre e generoso; ok, l’astronomo della Yale University Nico Cappelluti ha il curriculum lungo come la spiaggia dalla Cagnona alle Colonie e poi è anche figlio di una ex assessora Pd e quindi la rappresentanza politica è salva; ok, le pie donne dell’associazione Aiuto alla vita svolgono meritorio volontariato sociale anche se nessuna è in età fertile; ok, gli insigniti hanno un parlamares che oscilla tra il buono e l’eccezionale.

Tutto ok… ma il premio Panzini che roba è? Perché la serata di sabato al Palazzo dei Congressi esce dagli schemi di una normale manifestazione cittadina ed entra a pieno titolo nelle baracconate strapaesane. C’erano anche la bella e la bestia, dove la bestia era un povero cane ballerino stressatissimo per il caldo, le luci e la musica a manetta. Ma anche questo sarebbe ok se non fosse che a organizzare il tutto è l’Amministrazione comunale. Che ha allestito per l’annuale passerella del sindaco un palco di una trentina di metri, uno schermo panoramico da paura, luci stroboscopiche da discoteca. E sopra quel palco ci ha messo una presentatrice televisiva curvilinea che a Bellaria mai c’era stata (“Conosco Rimini perché ci sono andata in vacanza….”). La quale presentatrice ha fatto da spalla per tre interminabili ore ad un deejay logorroico dall’eloquio infarcito di doppi sensi alternati a battute sessiste. Per non dire di un paio di comici di Zelig che, appunto, hanno fatto i comici di Zelig sparando parolacce a raffica (figa cazzo culo le più usate, risuonate decine di volte). Una fiera del turpiloquio che, chissà, magari avrà imbarazzato le pie donne di cui sopra. O magari avrà un po’ messo a disagio la missionaria laica vanto della nostra comunità. Di certo non ha tolto il sorriso alla prefetta di Rimini, Giuseppa Strano, che ha fatto un disinvolto peana per Ceccarelli ricambiata da un deferente “grazie eccellenza”. Era l’ultima missione del suo mandato da prefetta “perché ho compiuto 65 anni e mi mandano in pensione”. Meno male.

Che dire di questa baracconata? Che, immaginiamo, sarà costata un botto di soldi presi dalle tasche di tutti noi; che la sobrietà dovrebbe essere la regola per un’Amministrazione comunale; che, comunque, al confronto i giochi nell’antica Roma erano raffinati esercizi di stile. Ma va bene così: panem et circenses è un antico schema di potere, serve per garantirsi consenso popolare anche con grandiosi spettacoli pubblici. Le 4-500 persone in sala senz’altro hanno gradito. Speriamo che il prossimo anno, dopo il cane ballerino, Ceccarelli non porti nel Palaveleno i leoni con i gladiatori. E comunque, se proprio vuole farlo, si ricordi che nelle manifestazioni con animali è obbligatoria la presenza di un medico veterinario.