di Stefano Balestri
La scuola viene posta in ogni programma politico ai primi posti delle priorità da realizzare in occasione delle elezioni, per poi dimenticarla al termine delle stesse. Occorre più sensibilità e investimenti sugli aspetti educativi, ma questo lo diciamo sempre e a seconda dei governi risorse ne arrivano, ma per coprire il reale fabbisogno ne occorrerebbero molte di più: sappiamo che l’investimento sull’istruzione è legato nel lungo termine con la crescita economica e sociale di un Paese. Dai dati riportati sul Sole 24 Ore “L’ Italia è all’ultimo posto in UE per percentuale pubblica destinata all’istruzione 7,9 % nel 2014 a fronte del 10,2 % medio UE e al penultimo posto per quella destinata alla cultura ( 1,4 5 a fronte del 2,1 5 medio UE )”.
Le scuole coinvolgono un’alta percentuale di persone, non solo alunni, insegnanti e personale della scuola ma anche genitori, nonni, parenti. L’utilizzo al solo 50% delle strutture scolastiche appare un indicatore di spreco a fronte della possibilità di fornire sevizi aggiuntivi alla Città. Proviamo a pensare, per le scuole del nostro Comune, a una possibile migliore utilizzazione, data un’apertura solo mattutina, mentre potrebbe essere estesa anche al pomeriggio.
Il governo ha stanziato 240 milioni per combattere la dispersione scolastica e permettere l’apertura pomeridiana delle scuole, anche se purtroppo tale opportunità scadeva il 31.10.2016.
Sarebbe opportuno, dunque, anche .nella nostra città tenere d’occhio le diverse opportunità di finanziamento statale e europeo che permetterebbero iniziative educative importanti. Augurandoci che tali finanziamenti possano riproporsi anche nel 2017. Da un punto di vista logistico le nostre scuole risultano posizionate in luoghi accessibili a tutti e distribuite praticamente su una linea retta dalla Cagnona a Zona Colonie a circa 1 km l’una dall’altra. I ragazzi svolgono solitamente nel pomeriggio numerose attività, soprattutto sportive, ma anche di ordine culturale (musica, teatro, ripetizioni); perché non utilizzare la palestra, le aule, gli spazi delle scuole, per svolgere queste attività che attualmente sono svolte da associazioni esterne? Su base volontaria e adeguato compenso, si potrebbe utilizzare il personale interno (insegnanti della scuola che vogliono integrare lo stipendio) o esterno (diversi ragazzi laureati e disoccupati potrebbero avere così uno sbocco lavorativo).
La scuola potrebbe ricavarne un guadagno per coprire le spese e averne un avanzo per organizzare le attività e l’acquisto di materiale didattico, inoltre fornirebbe alla città un servizio pubblico. Il contributo delle famiglie andrebbe calibrato con esenzioni al di sotto di un certo reddito, venendo dunque incontro alla famiglie meno agiate che spesso non possono permettersi le quote delle Associazioni private.
L’apertura pomeridiana permetterebbe, anche con la collaborazione di genitori e nonni (quante conoscenze che potrebbero trasmettere ai ragazzi i nostri anziani!) attività culturali, ludiche, di cittadinanza. Le attività di laboratorio del pomeriggio, erano già state sperimentate alcuni anni fa in orario curricolare, quando vennero organizzate dalla allora Preside Marani, attività culturali e sportive che coinvolsero l’intera Scuola Media. In una ricerca “La scuola del futuro” di Skuola.Net, sono stati intervistati 2.200 alunni di medie e superiori dove risulta che 3 studenti su 4 sono favorevoli all’apertura pomeridiana.
Favorire, dunque, l’apertura pomeridiana delle scuole significa aprirsi all’intera comunità e costituire per i cittadini un punto di aggregazione sociale anche al fine dell’integrazione e dell’inclusione degli stranieri, dei ragazzi con disabilità e di contrasto alla dispersione scolastica.