“Salvate il soldato Ceccarelli!”. Al grido di dolore che si levava in ogni angolo di mare e di terra costiera della Romagna, vista la brutta figura del Nostro che non sa più che pesce pigliare sul fronte delle concessioni di spiaggia, trovandosi contro le categorie economiche, il PD, la minoranza, parte della sua stessa maggioranza e ci risulta, in camera caritatis, anche la Regione, ecco arrivare al gran galoppo il cavaliere bianco dalle sponde del Marecchia.
Si è mosso il giornale on-line Chiamamicittà destriero vivace della sinistra orlandista provinciale, cavalcato nientepopodimeno che dal fantino Maurizio Melucci, ex assessore regionale, ex vicesindaco di Rimini e ex segretario provinciale del PDS. Prima il destriero Chiamamicittà ha fatto capire che Ceccarelli sta lavorando “affinché attraverso le evidenze pubbliche chi opera sulla spiaggia possa avere le nuove concessioni.” Che bravo. Poi ha sentenziato: “che la proroga al 2020 delle concessioni approvata dal parlamento non vale per Bellaria perché vi sono autorizzazioni provvisorie e non concessioni come in altri comuni a partire da Rimini e Riccione.”
Insomma una collana di vere e proprie falsificazioni (fake-news: balle a mezzo stampa) ripresa e lanciata al galoppo dal Melucci che ha postato su Facebook l’articolo del “suo cavallo” con la premessa “Ecco perché a Bellaria Igea Marina si è costretti ad anticipare i tempi delle procedure”. Gulp!
Fake-news, balle a mezzo stampa appunto. O cavaliere che vieni dal Marecchia, perché non ti abbeveri ogni tanto sul proletario fiume Uso? Avresti scoperto che:
a) non c’è nessuna “evidenza pubblica”, ci sono solo Bandi (aperti a tutti come vuole la direttiva europea) che seguendo “logiche bellariesi” troveranno protagonisti non gli operatori di spiaggia ma, ahinoi, ben altre figure;
b) l’arenile di Bellaria si trovava nelle stesse situazioni degli altri comuni e le cosiddette “autorizzazione provvisorie” sono solo lo strumento ricattatorio del comune che, fatte scadere le normali concessioni, non ha voluto prorogarle ai sensi delle legge nazionale per sbandierare, come ha fato in tante occasioni pubbliche, il primato di essere i primi ad applicare la Bolkestein;
c) non c’è alcuna “costrizione” ad anticipare le procedure, anzi con una gestione più accorta del Piano dell’Arenile e dei varchi offerti dalla normativa nazionale e dalle stesse indicazioni regionali, che evidenziano la giusta complementarietà fra demanio comunale e demanio marittimo, si potrebbe gestire il rinnovo delle concessioni con i tempi necessari per garantire innovazione e forte identità dei nuovi stabilimenti balneari;
d) evitiamo poi di entrare negli aspetti tecnici del problema, elencando numero e date di numerose delibere di consiglio e di giunta in contraddizione tra di loro, i diversi pareri giuridici e le sentenze del Consiglio di Stato.
Tutto ciò al compagno Melucci non interessa. Conosce tutto. Sa tutto. Lui ha già capito. Ceccarelli va salvato: “ne avessimo dei sindaci come lui!”. A questo punto non ci resta che proporre uno scambio: a noi Gnassi e a lui Ceccarelli con tutta la sua giunta. Uno contro sei. In fondo, una proposta equa.