di Andrea Silvagni
Anche quest’anno è arrivata la stagione estiva e come da qualche tempo a questa parte, ai miei occhi, di un ventunenne bellariese nulla sembra essere cambiato.
Qualche giorno fa, parlando con un nostro storico turista sono stato colpito dalle seguenti parole “Io mi sento adottato da Bellaria e ci tornerò sempre, ma non posso cambiarmi ancora in cabine degli anni ’60!”.
Questa frase è una descrizione perfetta della nostra situazione: una località che gode dei suoi fidelizzati turisti, che probabilmente non abbandoneranno mai la nostra destinazione, ma che non riesce ad innestare un necessario ricambio generazionale e a reinventarsi. Dall’altra parte, un paese che non sa guardare oltre il proprio naso, riflettendo su come attirare nuove persone, in un mercato turistico che mai come oggi è stato così vivace e dinamico, ma dal quale BIM sembra esserne uscita.
Scrivo questo perché mi sembra che il mio paese abbia perso quella voglia di stupire, di innovarsi di anticipare i tempi, peculiarità che l’ha caratterizzata negli anni passati e gli ha consentito di ottenere il suo meritato successo.
Bellaria-Igea Marina sembra affetta da qualcosa di più grave della semplice inerzia, ma pare addirittura avere comportamenti regressivi, andando a perdere gradualmente quelli che erano i suoi fiori all’occhiello. Un esempio su tutti il decoro urbano, per il quale il nostro viale ne era sempre stato simbolo di bellezza e armonia, e oggi invece, pezzo dopo pezzo sembra svanire quell’attenzione al bello che un tempo il viale dei Platani rappresentava. Sono lontani gli attenti addobbi per i primi appuntamenti della Notte Rosa, oggi ci dobbiamo accontentare di decorazioni di pessimo gusto che mettono in dubbio il famoso detto delle nostre parti “piuttosto che niente…è meglio piuttosto”.
Così, l’imprenditoria privata sembra essere la prima a non trasmette più la voglia e la volontà di rinnovare la propria offerta, come se si sia rassegnata all’inerzia generale. Il nostro paese non è più capace di attirare investimenti e sono sempre più numerosi i casi di bellariesi che decidono di aprire attività in paesi limitrofi ai nostri.
Bellaria-Igea Marina ha bisogno di nuovi stimoli e di nuovi sogni per farla tornare a correre, questi non possono che venire da un forte lavoro di squadra tra pubblico e privato con l’obbiettivo di dare una svolta alla nostra città: il tempo passa e l’esigenza si fa sempre più impellente.
Queste righe, spero condivise, sono un punto di vista personale, per questo invito tutti, giovani o meno giovani, ad inserirsi nel dibattito, criticando, commentando o integrando questi miei pensieri.