L’8 luglio è passato, nulla s’è mosso sull’arenile. La concessione provvisoria è scaduta e, giustamente, nessun operatore ha sottoscritto il diktat del comune impegnandosi ad abbattere in autunno tutte le cose che non vanno in attesa poi dei bandi. In una situazione di così grande incertezza dove nulla si sa, né che tipo di bandi verranno fuori, né cosa succederà a livello nazionale, aderire all’ennesimo ultimatum dell’Amministrazione sarebbe stato un salto nel buio. E così si avanti come in un limbo, giorno per giorno, nella totale precarietà delle imprese di spiaggia.
Insomma la telenovela bellariese continua, con una figura di chi amministra a dir poco penosa. Si recita alla Totò, finte e controfinte, per arrivare a settembre. Poi finita la stagione… boh! “Dio vede e provvede”. Sono tre anni che il tira e molla va avanti e sono tre anni che si aggiungono errori ad errori.
Abbiamo sempre detto che la riqualificazione dell’arenile è necessaria, ma sapendo bene cosa fare ed evitando inutili minacce come quelle lanciate da Ceccarelli nell’assemblea pubblica del 21 marzo.
Abbiamo suggerito che occorreva, e occorre tutt’oggi, coinvolgere direttamente gli operatori in un quadro certo e credibile di obiettivi e di prospettiva.
Si è sbagliato non attendere l’evoluzione della normativa nazionale e scegliere la strada di fare da soli, seguiti da nessun comune della Costa.
Si è sbagliato ancora di più lasciare tutto in mano ai funzionari, che fra i fantasmi della guardia di finanza, della procura di Rimini e degli esposti dei privati sono totalmente nel pallone.
Si continua a sbagliare nel lavoro della giunta, dove c’è solo il dominus sindaco, chiuso al confronto, accartocciato su stesso, e dove è assente la squadra, “ognuno per se ”, come denuncia sottovoce qualche assessore.
Sbagliato infine l’atteggiamento supino dei rappresentanti dei bagnini, a partire dalla loro presidente, che hanno assecondato il comune in modo a dir poco servile. Capiamo che in molti abbiano votato in passato per questa maggioranza, tuttavia un po’ di sana autonomia di cervello aiuterebbe tutti, forse lo stesso centrodestra.
E così si aspetta l’autunno, come sospesi, sperando che l’estate passi in fretta: no concessioni, solo autorizzazioni precarie e in molti casi neppure quelle, bandi chissà quando. Questo è. Questo passa il convento.
Ci vengono in mente i versi del Sommo poeta nel Canto terzo – Inferno, dove sono puniti gli ignavi (coloro che hanno trascorso la vita senza significato: poveri di spirito e d’azione):« Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.”
Speriamo di non lasciare anche noi ogni speranza in questo fallimento annunciato.