Ferragosto è vicino e l’estate in fretta s’avvicina al suo tramonto. Parliamoci con franchezza noi cittadini di Bellaria Igea Marina, le cose non vanno molto bene. Guadiamo in faccia la realtà: il turismo locale è sempre più affaticato, per non dire in declino. Al di là delle statistiche dei primi sei mesi dell’anno, non confrontabili con l’anno precedente per la concomitanza fortunata dei ponti di bassa stagione compreso quello lungo del 2 giungo, anche l’estate in corso ci segnala il persistere di una tendenza al ribasso sia in termini di quantità degli ospiti che soprattutto in termini di qualità complessiva dell’offerta locale. Siamo “scarsini” e alla fine del raccolto estivo avremo meno grano in cascina rispetto al passato. Uno scivolamento che sembra inarrestabile. Non servono le grandi analisi sul sistema Italia (fra l’altro in ripresa) né il solito ritornello sulla maturità (vecchiezza) della Costa romagnola lontana dai fasti degli anni Settanta. Guardiamo invece le cose più evidenti di casa nostra. Quelle macroscopiche che saltano agli occhi. Partiamo da queste. Ci sono tre nodi che ci stringono nella morsa dell’insufficienza, con l’aggiunta di un volano che sta ormai segnando il passo col fiato sempre più corto. Quali sono? Apriamo gli occhi. I tre nodi si chiamano spiaggia, porto, viabilità. Il volano che sta rallentando è l’Isola dei Platani.
LA SPIAGGIA è rimasta drammaticamente indietro. C’è una cecità nel modo di organizzarla e c’è una riluttanza ad ogni forma di innovazione che fanno paura. Di base vi è un ritardo culturale che parte dagli operatori e abbraccia l’amministrazione pubblica. Mentre nelle città turistiche a noi vicine sono fiorite esperienze moderne di stabilimento balneare che, a prezzi invariati, offrono il piacere di stare in spiaggia con gusto e qualità, da noi nulla si muove da sessant’anni. Abbiamo criticato non l’idea necessaria dei bandi, ma il modo sconclusionato e dilettantesco di affrontare il tema.
IL PORTO è la nota più triste che ogni giorno suona nel paese. Siamo tornati indietro. Si è abbandonata ogni prospettiva di fare di questa nostra storica risorsa la leva per il rilancio della città marinara e turistica quale siamo e si giocano le poche risorse pubbliche su quattro panchine, fontane, marciapiedi. Un progetto che grida vendetta, di una miopia che lascia senza parole. Come se bastasse un po’ di rossetto e fard per rispondere alla questione cruciale che rimane tutta aperta: marineria, darsena, servizi turistici, commercio di qualità, moderno baricentro di Bellaria Igea Marina.
LA VIABILITÀ è l’altro nodo che strozza la città. Lasciamo perdere il giudizio sull’aver messo i parcheggi anche nell’Isola sfregiando la piazza della chiesa e non solo; lasciamo perdere il giudizio sull’aver ripristinato nel viale Panzini il doppio senso di marcia, riproponendo il caos e la poca sicurezza della circolazione, come purtroppo è avvento con un incidente mortale; ma constatare che non si è mai affrontato a fondo la questione dei sottopassi ferroviari per ribaltare radicalmente l’idea stessa della viabilità, lasciando le auto a monte della ferrovia e pedonalizzare in maniera intelligente la parte a mare della stessa, fa capire che manca del tutto un’idea di città moderna e d’innovazione urbana.
Siamo costretti infine a toccare con mano, e di ciò ci piange il cuore, il degrado progressivo che sta subendo il volano ISOLA DEI PLATANI che da trent’anni ha contribuito a tenere in piedi l’ospitalità di Bellaria. Anche qui, lasciamo perdere il cattivo gusto, da discoteca, della nuova illuminazione, lasciamo perdere la mancanza di manutenzione adeguata delle aiuole e della piastra pedonale, e chiudiamo due occhi sull’assenza di ordine e di rispetto nell’uso del Viale, tuttavia è inaccettabile la trasformazione dell’Isola dei Platani in un mercato ambulante, dove ognuno fa quello che vuole con mostre, bancarelle, attaccapanni vari e dove, ormai, regna il basso prezzo dei gestori orientali, il cattivo gusto, l’anarchia.
Così non va bene. Nodi strutturali rimangono elusi e le risorse su cui fare leva disconosciute o lasciate deperire. No, così non va bene. Concludiamo questa faticosa estate, poi bisognerà riprendere in mano il futuro della nostra città, aprendo gli occhi e capendo per bene dove vogliamo andare. Intanto, Buon Ferragosto.