UNA FORNACE DI SCIOCCHEZZE

Ne hanno indovinate poche ma negli ultimi tempi proprio non ci azzeccano. Perché si sono spesi centinaia di migliaia di euro per acquisire con asta pubblica la vecchia fornace? Ha un senso? C’è un motivo preciso per una spesa così onerosa? C’era un’urgenza? Purtroppo non ci sono risposte. Lo hanno fatto così, tanto per battere un colpo (vedete come siamo bravi?; vedete come pensiamo a Bellaria Igea Marina?). Ma nella sostanza non sanno che fare. Sono talmente senza idee che, dopo averla fatta fuori dal vaso, hanno dovuto inventarsi la storiella del pericolo d’infiltrazioni malavitose interessate a comprare la benedetta fornace bellariese, salvata invece dalla mossa astuta del comune. Sciocchezze. La fornace era al centro di un fallimento, ogni atto per la sua acquisizione, attraverso un’asta indetta dal tribunale, è un atto pubblico. Non solo, il comune aveva, e ha, l’ultima parola su ogni progetto che si fosse presentato. Poteva quindi orientare e dirigere ogni passo senza la necessità di acquistare l’immobile. Invece ha preferito intervenire. Bene si potrebbe dire. Tuttavia ritorna la domanda: per farne cosa? Vuol farne un museo? Un centro culturale polivalente? Un centro sociale? Una scuola alberghiera? La casa della salute? E potremmo continuare ancora a lungo ad elencare le possibili funzioni pubbliche. Però siamo nel mondo della fantasia, che è un bel mondo per i bambini o per il chiacchiericcio spicciolo. La realtà è un’altra. Per intervenire seriamente occorre ricostruire e risanare l’intera area fornace con una spesa d’investimento che va dai dieci milioni in su. Il “cadavere”, perché purtroppo di questo si tratta, della fornace sarà un costo continuo per il bilancio comunale solo per mantenere in sicurezza l’area è l’edificio. E il semplice fatto che la proprietà sia pubblica e sia possibile offrirla quasi gratuitamente a eventuali privati che volessero avanzare un progetto per il suo utilizzo non cambia il problema di fondo: cosa farne? Dunque, prima dei muscoli occorre la testa! Bisogna sapere per quale scopo, per quale progetto, per quale prospettiva futura ci si muove, non buttar via le scarse risorse pubbliche solo per dimostrare che si fanno le cose. Poi il solito ritornello che alla fine di tutto si discuterà con la città è talmente stantio che toglie anche la voglia di protestare. Tutti hanno visto come sulla spiaggia o sul porto si è discusso con la città! Ma per piacere….