La foto sopra l’abbiamo fatta domenica sulla spiaggia e ci piace condividerla insieme. C’è il sole, il mare si presta alla passeggiata e all’occhio di chi non si stanca di guardare l’orizzonte azzurro. E’ l’immagine di una bella giornata passata sugli sdrai a godersi un pezzo gentile di costa adriatica. Che bello. Tutto bene, sì tutto bene: è arrivata la primavera, l’estate bussa alle porte. Tuttavia in questo bel quadretto c’è un però, un però grande come una casa. Che ci fa arrabbiare molto. Siamo a Riccione! Non siamo né a Igea né a Bellaria. Nella foto, che ci piace e allo stesso tempo ci fa soffrire, si nota tutto il ritardo che la nostra città turistica ha rispetto le altre città costiere, da Cervia a Cattolica. Siamo in ritardo, siamo fermi, cavolo!!!
Camminiamo all’indietro come i gamberi. La nostra spiaggia è vecchia e con la primavera arrivata – siamo nell’anno del Signore 2019 – si presenta ancora come il luogo delle ruspe, dell’abbandono e dell’incuria. Altroché, caro sindaco, il piano di spiaggia e i bandi. Regna l’incertezza e la sfiducia diffusa. Per non parlare del porto e dei meravigliosi gazebo con dentro decine di ristoratori pronti a offrire gustosi piatti di pesce. E per non dire poi di tutto il resto che riguarda la qualità complessiva della nostra offerta turistica, bassa, stagnante, dove il pubblico è il vagone postale che fa da freno e non certo la locomotiva che indichi la strada del futuro.
Pippo