ALLA RICERCA DEGLI ALBERI PERDUTI

Esiste una reale politica del verde pubblico a BIM? Da una semplice osservazione del paesaggio cittadino la risposta non può essere che no. Da oltre un decennio ogni cittadino può anche solo visivamente constatare che poco o nulla è stato fatto per incrementare il verde pubblico. Numerosi studi certificano che una ampia copertura di vegetazione rappresenta un notevole vantaggio per il benessere delle persone. Il verde urbano può apportare numerosi benefici ad una collettività : vi è una migliore qualità dell’aria assorbendo grandi quantità di CO2 ; le piante favoriscono l’abbassamento delle temperature dai 2°C agli 8°C : i parchi sono utilizzati per attività sportive e favoriscono le relazioni sociali e sono un ottimo veicolo per la promozione turistica.

Un comune cittadino che percorre le strade della città e con un minimo di memoria storica su questo tema, può facilmente constatare che il verde di BIM non è sostanzialmente aumentato negli ultimi dieci anni. Restano i tre “ antichi parchi “ della Casa Rossa, del Gelso e il Pavese che una politica avveduta ha salvato dalla speculazione edilizia, soprattutto l’area del Gelso che altrimenti sarebbe caduta ben presto nelle mani dei “ palazzinari “. Piuttosto negli ultimi anni vi è stata una riduzione del verde quando il terreno alberato di via Costa è stato destinato a parcheggio. Nell’ultimo decennio nulla è stato fatto per implementare il verde pubblico se si esclude qualche sporadica piantumazione. L’Europa nell’ambito del Green Deal ha affermato, tra l’altro, l’importanza sul piano sanitario, vedi Coronavirus, di bloccare la progressiva perdita di biodiversità che si può ottenere piantando almeno tre miliardi di alberi sul continente entro il 2030. La Regione Emilia Romagna vuole piantare entro i prossimi cinque anni 4,5 milioni alberi, uno per ogni cittadino.

La legge 14 gennaio 2013 n.10 chiede ai comuni di affrontare il tema del verde in modo sistematico, approntando risorse e strumenti tecnici per procedere ad una progettazione, gestione e fruizione degli spazi verdi. Nella legge si indica la Giornata nazionale degli alberi; l‘obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato e di stilare un piano arboreo a fine mandato.

Ci sono dati significativi sul progressivo aumento della popolazione delle città che si prevede nel 2030 ospiteranno il 60%  della popolazione mondiale. Le città coprono appena il 3% della superficie terrestre, ma sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e di almeno il 70% delle emissioni di anidride carbonica. Di qui l’importanza di fornire le città e le aree periurbane di vaste aree verdi, piantando in particolare alberi; che assorbono anidride carbonica e riducendo così l’insorgenza di malattie soprattutto quelle respiratorie.

Se l’implemetazione del verde in ambito cittadino è così importante per le ragioni indicate, ci chiediamo cosa si stia aspettando a BIM per intraprendere una seria politica ambientale di progettazione del verde pubblico. Forse lo si sta facendo? Ma allo stato nulla si nota. Si sta procedendo con i progetti per ottenere fondi regionali, nazionali e europei che permettano una svolta green di BIM ? Molto semplicemente alcuni interventi già potrebbero essere realizzati con un costo contenuto. Ci sono strade che dovrebbero essere dotate di alberature su entrambi i lati e anche ripiantumare laddove si sono seccati gli alberi e si vedono le piazzole desolatamente vuote.

La zona artigianale di Bordonchio si presenta squallida e desolata: ci sono poche piante che appaiono anche sofferenti e sono mancanti nello spazio erboso che costeggia la SS16 e lungo le diverse strade. Nel viale Panzini, zona Cagnona, quando fu realizzato il nuovo arredo urbano, c’erano delle piante nello spazio erboso tra la strada e la pista ciclabile, che seccatesi non sono state più ripiantate. Il parco Pavese andrebbe “ristrutturato” con l’aggiunta di nuovi alberi e cespugli. Ai lati sella SS16, su entrambi i lati, alberi ed essenze arboree, renderebbero quella zona così trafficata più salubre. L’ elenco potrebbe continuare. Inoltre, perché non dare corso ad una iniziativa denominata “ 20.000 alberi per la città”, cioè uno per ogni abitante ?

Tutte le ricerche ci dicono che le città verdi permettono un miglioramento delle relazioni sociali, favoriscono le attività di svago e relax, sono più sicure, stimolano l’educazione ambientale, migliorano le condizioni della salute umana. Allora cosa stiamo aspettando ?

Stefano Balestri